mercoledì 2 gennaio 2013

Genitori stranieri con un figlio con disturbo o ritardo di linguaggio

Vi siete mai trovati di fronte a un coppia di genitori provenienti da un altro paese che portavano loro figlio per una valutazione per un dubbio disturbo di linguaggio? E poi alla fine della seduta vi facevano la domanda: “ma che lingua posso parare con mio figlio? Devo parlare l'italiano o la mia lingua madre?”.

A riguardo si sono sviluppate due principali correnti di pensiero:
  • una prima dice di evitare la lingua madre in modo che il bambino sentendo sempre e solo parlare la lingua dello stato ove risiede ora sia agevolato nell'apprendimento linguistico;
  • poi c'è una seconda opinione a riguardo che afferma che se i genitori del bambino parlano la lingua dello stato ospitante in modo stentato e facendo molti errori fonetico-fonologici, lessicali-semantici e morfo-sintattici è meglio per il bambino che i genitori continuino a parlare la lingua che hanno sempre parlato.
Dal mio punto di vista se i genitori si sentono maggiormente a loro agio a parlare la lingua d'origine è opportuno che continuino a fare ciò e che si affidino ad un esperto per lo sviluppo linguistico del bambino.
L'esperto, inoltre, sarà in grado di dare indicazioni precise su modalità d'interazione adeguate che vadano a stimolare l'interesse comunicativo del bambino. Tali suggerimenti potranno poi essere adottati dal genitore nello svolgimento di attività quotidiane di interazione comunicativa col figlio.

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