Vi siete mai trovati di fronte a un
coppia di genitori provenienti da un altro paese che portavano loro
figlio per una valutazione per un dubbio disturbo di linguaggio? E
poi alla fine della seduta vi facevano la domanda: “ma che lingua
posso parare con mio figlio? Devo parlare l'italiano o la mia lingua
madre?”.
A riguardo si sono sviluppate due
principali correnti di pensiero:
- una prima dice di evitare la lingua madre in modo che il bambino sentendo sempre e solo parlare la lingua dello stato ove risiede ora sia agevolato nell'apprendimento linguistico;
- poi c'è una seconda opinione a riguardo che afferma che se i genitori del bambino parlano la lingua dello stato ospitante in modo stentato e facendo molti errori fonetico-fonologici, lessicali-semantici e morfo-sintattici è meglio per il bambino che i genitori continuino a parlare la lingua che hanno sempre parlato.
Dal mio punto di vista se i genitori si
sentono maggiormente a loro agio a parlare la lingua d'origine è
opportuno che continuino a fare ciò e che si affidino ad un esperto
per lo sviluppo linguistico del bambino.
L'esperto, inoltre, sarà in grado di
dare indicazioni precise su modalità d'interazione adeguate che
vadano a stimolare l'interesse comunicativo del bambino. Tali
suggerimenti potranno poi essere adottati dal genitore nello
svolgimento di attività quotidiane di interazione comunicativa col
figlio.
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