I compiti a casa rappresentano per bambini e ragazzi un
naturale prolungamento dell’apprendimento iniziato in classe e vengono vissuti
come un momento molto significativo nella vita di molte famiglie che in modo
più o meno diretto vengono coinvolte nello studio dei loro figli.
I compiti perché risultino un elemento utile ai fini
dell’apprendimento devono essere strettamente collegati a quanto proposto e
visto insieme all’insegnante durante l’orario scolastico.
Lo studio a casa deve essere strutturato con semplici
esercizi che vanno a consolidare procedure, memorizzare contenuti e integrare
argomenti già visti assieme all’insegnate.
Gli effetti positivi dello studio svolto a casa si possono
poi vedere:
- a breve termine attraverso lo sviluppo di maggiori conoscenze, capacità critica e di espressione concettuale e di memorizzazione nell’applicazione di procedure ben precise;
- a lungo termine attraverso lo sviluppo di abilità di organizzazione e gestione del proprio tempo, di autonomia nella risoluzione di problematiche, di sviluppo di strategie meta cognitive e di curiosità e desiderio di apprendere anche al di fuori dell’ambito scolastico.
Alcune ricerche evidenziano che il coinvolgimento dei
genitori nello studio a casa ha effetti positivi sui risultati scolastici.
Nell'immagine soprastante il padre sta semplicemente supervisionando il lavoro svolto dai figli, "monitoring", intervenendo unicamente quando i bambini lo richiedono. |
Il
miglior modo perché il genitore sia coinvolto, lasciando al tempo stesso al
bambino lo sviluppo di un certo livello di autonomia, è quello del “monitoring”
ovvero supervisionando le attività svolte dal figlio, gratificandolo quando il
lavoro viene portato a termine e svolto correttamente, facendo risaltare
l’impegno che ci ha messo e la buona volontà.
Bisogna fare attenzione perché non vi sia un eccessivo
coinvolgimento della famiglia nello studio a casa perché ciò potrebbe portare
allo sviluppo di tensioni e alla riduzione del numero di interazioni positive
tra genitore e figlio. In modo particolare questo si può verificare quando il
bambino presenta difficoltà di attenzione e concentrazione o veri e proprio
disturbi dell’apprendimento; in tali casi capita spesso che il genitore si
senta inadeguato e non opportunamente preparato per affiancare il figlio nello
studio.
Un eccessivo coinvolgimento genitoriale potrebbe portare
presentare effetti negativi sull’apprendimento e sullo sviluppo di autonomia e
motivazione del bambino; è quindi consigliabile affiancare una figura esterna
che aiuti il bambino ad affrontare lo studio a casa in modo da evitare tensioni
inutili che il bambino poi si porta dentro fino alla messa a letto.
Durante lo studio pomeridiano è bene adottare tecniche di
tipo non intrusivo, ovvero tecniche di tipo collaborativo nelle quali si
condividono informazioni e si strutturano attività che consentono allo studente
di apprendere; evitare quindi tecniche che vanno a limitare l’autonomia e che
potrebbero limitare il suo spirito d’iniziativa e la fiducia nelle sue
capacità.
L’adulto deve quindi saper riconoscere quando aiutare e
sostenere il figlio nello studio incoraggiando un’attività autonoma con
supervisione che va a ridurre l’aiuto superfluo e favorisce la motivazione
intrinseca e l’autoregolazione.
bel post, grazie
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